Le autorità non dovrebbero ritardare le procedure di costruzione. martedì, 19.5.2020 | 09:56 ... Società Svizzera Impresari-Costruttori Uncategorized Le autorità non dovrebbero ritardare le procedure di costruzione. Il «Piano in cinque punti per contrastare la crisi del coronavirus» lanciato dalla SSIC e Infra Suisse ha raccolto ampio consenso.Non sono state sollevate opposizioni quando è stata pubblicata la domanda di costruzione. Secondo l’ufficio dei lavori pubblici, il Consiglio municipale avrebbe dovuto approvare il progetto a metà marzo. Tuttavia, il suddetto Consiglio non si è riunito durante la crisi del coronavirus, anche se strumenti digitali come Skype, Teams o riunioni video via zoom avrebbero reso possibile un incontro. Quindi all'inizio non si è mosso nulla. Tuttavia, l’impresario esecutore - che per motivi comprensibili vuole restare anonimo - aveva già pianificato i lavori, in quanto non si aspettava tali ritardi. Inoltre, le misure di protezione contro il coronavirus richiedono una pianificazione precisa. Ma non è l'unica cosa che infastidisce l’impresario. "Dopo il lockdown, gli uffici comunali si sono fermati", ha osservato. La realizzazione dei progetti di costruzione è stata inutilmente ritardata, ha detto.La SSIC e la Infra Suisse hanno riconosciuto il problema. Presentano quindi un "Piano in cinque punti per contrastare la crisi del coronavirus". "La via d’uscita dalla difficile situazione economica nel settore edile non passa quindi da costosi programmi di incentivazione o di salvataggio dall’effetto tardivo, ma da una notevole accelerazione e intensificazione dei lavori comunque necessari per ammodernare il parco immobiliare e mantenere le nostre infrastrutture", scrive la SSIC.Il suo impegno ha avuto un riscontro positivo. "Il settore delle costruzioni è stato fortunato che il lockdown dovuto alla crisi del coronavirus non abbia portato a una chiusura totale dei cantieri. Grazie all'attuazione coerente delle misure di protezione dell'UFSP, le attività di costruzione hanno potuto proseguire. La crisi è stata ed è fortemente sentita: si assiste infatti a una riduzione dell’aggiudicazione degli appalti. Di conseguenza, assisteremo a un forte calo dell'occupazione nella seconda metà dell'anno e negli anni successivi. Per questo motivo, sosteniamo pienamente il piano in cinque punti della SSIC. È il modo giusto per superare la crisi", afferma Heinz Eberhard, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Eberhard UnternehmungenOlivier Imboden, membro del Consiglio di amministrazione e direttore della Ulrich Imboden AG, ritiene: "Non si deve pensare che la crisi sia superata non appena il virus sembrerà essere sotto controllo. Il settore delle costruzioni ne risentirà ancora molto a lungo, con un certo ritardo. Perché i mandati di oggi sono tutti mandati giunti prima del coronavirus. Gli attori dell'economia, soprattutto del turismo, si mostrano incerti. In questo caso lo Stato deve conferire mandati per le infrastrutture in modo proattivo e a corto termine e, soprattutto, semplificare in modo massiccio la procedura cantonale di concessioni edilizie e velocizzarla notevolmente. Al giorno d'oggi capita sovente di aspettare otto o più mesi per il rilascio di un permesso di costruzione. Chi vuole ancora investire e ne ha la possibilità, non deve essere punito con ostacoli paralizzanti, persistenti e sempre nuovi".Nicola Bagnovini, direttore della Sezione SSIC Ticino, afferma: "Le imprese di costruzioni ticinesi sono gravemente colpite dalla situazione del coronavirus. Per quattro settimane non hanno potuto lavorare affatto, altre due settimane soltanto con restrizioni. Inoltre, diversi uffici tecnici cantonali e comunali sono stati chiusi. A nome delle imprese di costruzioni in Ticino, posso dire che sosteniamo pienamente il piano in cinque punti della SSIC. Il settore delle costruzioni, in quanto importante pilastro dell'economia, dipende dal fatto che i progetti di costruzione possano ora essere realizzati rapidamente, tenendo conto anche delle normative vigenti e dei maggiori costi nei contratti esistenti. In questo modo, la crisi dovrebbe essere affrontata congiuntamente in tutta la Svizzera".Hans-Ulrich Bigler, direttore dell'Unione Svizzera arti e mestieri, sottolinea: "I committenti pubblici possono dare un contributo molto importante per attenuare la recessione, unicamente svolgendo in modo efficiente e rapido la loro normale attività nell’ambito delle procedure di concessione delle licenze edilizie, dell’aggiudicazione dei lavori o della progettazione e realizzazione di progetti di costruzione". Circa l'autore Schweizerischer Baumeisterverband [email protected] Condividi questo articolo
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